Giuliana Nuvoli, “Nuovo cinema Inferno”, Treccani Magazine, 22 marzo 2021, https://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/speciali/Dantesi/06_Nuvoli.html?fbclid=IwAR0LnPDYpeLk6tpudqrdMt59JmyGZakHWh5IRfrNcF9ojIneNBB00WMJOis
Nuovo Cinema Inferno
Dante, uomo medievale, pensa per immagini: disegna scenari, pennella personaggi, dipinge atmosfere carpendone i segreti più reconditi e i significati meno visibili, con una straordinaria capacità di rivisitare, riproporre, assemblare una quantità di elementi già noti, ma inseriti in una tramatura di geniale invenzione e mirabolante arditezza. Il cinema non poteva così ignorare un’opera, la Divina Commedia, in cui c’è già tutta la sapienza dell’arte cinematografica e ogni tipo immaginabile di inquadratura: dal dettaglio (la bocca di Ugolino) al campo lunghissimo (la candida rosa), alla zoomata, alla dissolvenza.
Tre categorie
Impossibile costituire una classificazione chiusa delle modalità con le quali il cinema deriva materiali dalla Commedia, in particolare dall’Inferno, la cantica che contiene le storie più emozionanti e i personaggi drammaturgicamente meglio riusciti: possiamo soltanto indicare alcune fra le modalità più frequenti, in un sistema aperto e rinnovabile. Ordineremo il materiale in tre macro-categorie: le trasposizioni, i riferimenti, le citazioni.
La trasposizione prevede una riproduzione della totalità della cantica, o di parte di essa, che mantenga gli elementi che ne permettono una riconoscibilità certa e immediata.
Più complesso il caso del ”prelievo”, di norma indicato col termine generico di citazione che, di fatto, presenta due modalità diverse di utilizzo. La prima, per la quale useremo il termine riferimento, è un elemento duttile, che prevede un ri-uso dinamico del materiale. La citazione, invece, costituisce un elemento statico: una figurina incollata, un francobollo, un cameo che non porta ulteriori conseguenze nel film. Il suo utilizzo è, sopra tutto, “di colore”: può illuminare una situazione; può commuovere, irritare, divertire, ma la sua funzione resta circoscritta e, sopra tutto, la sua forma cristallizzata.
Trasposizioni
1 La trasposizione del testo della cantica. – L’esempio più noto – e il migliore – è Inferno, uscito nel 1911 per la regìa di Francesco Bertolini, Giuseppe De Liguoro, Adolfo Padovan È il primo lungometraggio europeo, in 54 scene, con un fitto utilizzo, per le immagini, delle tavole di Gustav Doré. Nel dopoguerra da segnalare il tentativo puramente figurativo del testo di Peter King, Dante’s Inferno (1955), con sculture, lavori di carta, marionette (cut-out figures). Più interessante la trasposizione dei primi otto canti dell’Inferno di Peter Greenaway e Tom Phillips: una performance video destinata alla televisione, completa di note sullo schermo da parte di Phillips, David Attenborough, con la voce recitante di Bob Peck e John Gielgud. Trasposizione didascalica è quella de l’Enfer au Paradis (2007) di Thierry Thomas, una sorta di film/documentario, interpretato da studiosi e amanti della Commedia, con immagini ispirate a dipinti del Rinascimento, alle incisioni di Gustave Doré, a ricostruzioni in 2D e 3D. Innovativo Dante’s Inferno Animated (2010), per la regìa di Boris Acosta. Si basa su 50 illustrazioni a colori, create da Awik Balaian e Dino Di Durante, e ripercorre il viaggio dantesco con la tecnica dell’“animazione”.
2 La trasposizione di una storia. – I grandi personaggi dell’Inferno hanno anche grandi storie: quelle di Francesca, Ugolino, Pia sono le privilegiate. La più letta e amata, in una tradizione che parte dalla fine del XVIII secolo, è quella di Francesca: e il cinema se ne impossessa da subito, con Francesca da Rimini (1908) di Mario Marais e quella di Ugo Falena con Francesca Bertini (1910), in una produzione popolare in cui spicca Drums of Love (1928) di David W. Griffith e Paolo e Francesca (1950) di Raffaello Matarazzo.
Riferimenti
I riferimenti rappresentano la categoria più complessa e prendono corpo articolandosi in forme e fisionomie diverse.
1 La rappresentazione delle pene – La rappresentazione delle pene infernali può avere un uso “interno”, quando è destinata a uno dei personaggi del film, per avvertirlo, ammonirlo, farlo ravvedere: come accade in Go down Death (1944) di Spencer Williams Jr. E può avere una finalità “esterna”, destinata – con fini didascalici – allo spettatore. Esemplare Salò. Le 120 giornate di Sodoma (1975) di Pier Paolo Pasolini, articolata in quattro gironi infernali ispirati a Sade, a sua volta ispirato, secondo lui, da Dante.
2 Un cammino di conoscenza e formazione – Il riferimento al senso più profondo del Poema, come cammino di conoscenza e formazione, avviene di norma utilizzando la figura di Virgilio come guida di Dante: Dante’s Inferno (1924) di Henry Otto, The Comoedia (1980) di Bruno Pischiutta, What Dreams May Come (1999) di Vincent Ward.
3 I personaggi – Chiara memoria di Ugolino, ad esempio, è presente in Uccellacci, uccellini (1966) di Pier Paolo Pasolini; e i personaggi di Dante e Virgilio sono riconoscibili – con allusione colta e sottile – ne L’arca russa (2002) di Alexander Sokurov.
Rivisitazioni fantastiche sono presenti nei videogame e nei film da essi derivati come Dante’s Inferno della Visceral Games.
4 La scenografia – Lo scenario è l’elemento per il quale l’inferno dantesco ha funzionato più di frequente da ipotesto. Oltre alle scenografie delle trasposizioni, da segnalare quelle di Metropolis (1927) di Fritz Lang; di Dante’s Inferno (1935) di Harry Lachman; di Blade runner (1982) di Ridley Scott.
5 La parodia e il sarcasmo – La ripresa in chiave parodistica dell’Inferno nasce con Maciste all’Inferno (1926) e continua coi tre film di Totò per la regìa di Mario Mattioli (1947), di Carlo Ludovico Bragaglia (1950), di Camillo Mastrocinque (1955). L’ironia e il gioco parodistico diventano sarcasmo in Deconstructing Harry (1997) di Woody Allen.
Citazioni
La citazione, elemento statico “incollato” sulla pellicola, è senza dubbio il più utilizzato. Queste le tipologie individuate: Citazione nel titolo; Citazione di versi dal testo dantesco; Citazione di un personaggio come cameo; Citazione dell’immagine di un personaggio; Citazione del nome di un personaggio; Citazione di un oggetto; Citazione di un topos narrativo. Per gli esempi relativi cfr. www.danteeilcinema.it.
A 115 anni da quando la Commedia è giunta per la prima volta sullo schermo, il bilancio è quello di una costante e discontinua approssimazione al testo dantesco, che resta inarrivabile in virtù di una parola che si sottrae e sconfigge ogni traduzione in immagine.
Sitografia
Dante al cinema, sei incontri a cura di Giuliana Nuvoli, visibili sui canali youtube della Casa della Cultura di Milano (17 febbraio – 24 marzo 2021) https://bit.ly/3rP1TRW
Dante e il cinema, https://www.danteeilcinema.com/
Cinemedioevo, http://www.cinemedioevo.net/Film/Cronologie/filmografia_dante_alighieri.htm
Società Dante Alighieri, https://ladante.it/
Canale youtube Dante e le arti,
https://www.youtube.com/channel/UC8AVTnm7V1yqoD1vqP6c5BA
Bibliografia
A. Casadei, Dante. Storia avventurosa della Divina Commedia dalla selva oscura alla realtà aumentata, Milano, Il Saggiatore, 2020. https://www.ilsaggiatore.com/libro/dante/
Dante nel cinema, a cura di G. Casadio, Ravenna, Longo Editore, 1996.
V. Colonnese Benni, Dante nel cinema, da1 muto al digitale, National Library of Canada, 1999. https://tspace.library.utoronto.ca/bitstream/1807/13300/1/NQ45726.pdf
“Dante e l’arte”, n. 3, Dante e il cinema, 2016, Universitat Autònoma de Barcelona, Institut d’Estudis Medievals Bellaterra, 2016, pp. 1-220.
La versione italiana a: https://www.raco.cat/index.php/dea/article/view/321425/411961
Dante, Cinema, and Television, a cura di A. Iannelli, Toronto University of Toronto Press, 2004.
G. Nuvoli, Francesca al Cinema: dalla “Commedia” allo schermo, in Atti del Convegno Leggere e rileggere la “Commedia” dantesca, a cura di B. Peroni, Milano, Unicopli, 2009, pp. 47-68, https://www.danteeilcinema.com/wp-content/uploads/2020/03/NUVOLI-Francesca-al-cinema.pdf
G. Nuvoli, Il primo sceneggiatore: Dante, quanti film dentro una Commedia, in “Bianco e nero”, maggio 2014, pp. 21-33. https://www.rivisteweb.it/doi/10.7371/78001
M. Chiamenti, Dante e il Cinema, in “Nuovo Rinascimento”, 2015
http://www.nuovorinascimento.org/n-rinasc/saggi/pdf/chiament/dantecinema.pdf
Immagine: Screenshot dal film Paolo e Francesca (1950), di Raffaello Matarazzo